Dopo le fiamme, un buco nell’acqua
Apprendiamo da La stampa del 16 marzo 2015 che è stata disposta l’archiviazione dell’indagine, in merito all’incendio doloso che il 30 agosto 2014 ha distrutto le Pagliere della Cavallerizza Reale, obbligando il Circolo Beni Demaniali, ultima realtà legalmente residente nel complesso, all’abbandono della propria sede storica.
Vorremmo ripercorrere i fatti accaduti in quel periodo con le parole che pubblicammo sul nostro blog”:
“A settembre, in una serata che sapeva ancora d’estate, mentre la musica jazz risuonava nei cortili, un incendio divampava all’interno del Circolo Beni Demaniali. L’incendio è risultato doloso. Innescato da cherosene, a quanto pare.
Dentro di noi la rabbia e lo spavento per quell’odore di benzina bruciata tipico delle mafie, di scenari da anni di piombo; tipico di quel degrado contro il quale vogliamo lottare.
Dopo un atto di tale barbarie ci aspettavamo l’appoggio e la solidarietà delle istituzioni, eppure le stesse istituzioni che dovrebbero tutelare la cittadinanza guardavano Assemblea Cavallerizza 14:45 con diffidenza, quasi a dar credito alla inverosimile ipotesi che l’occupazione volesse auto-incendiarsi e auto-sgomberarsi.
In quel momento, nella loro incredibile assenza, le istituzioni si dimenticavano del loro ruolo; mentre la cittadinanza costruiva una rete di solidarietà, oltre le generazioni, oltre la politica, oltre gli interessi, e marciava, con una fiaccolata, per le vie della città affermando con forza che “la storia di Torino non si brucia”.
Quello che in questa vicenda riteniamo sconcertante è che un incendio di chiara matrice dolosa, innescato con materiali rinvenuti dalle forze dell’ordine, avvenuto nel centro cittadino a poca distanza da una caserma di polizia e in un momento di alta frequentazione, rimanga senza responsabili e abbia portato, quale unica conseguenza concreta, lo sfratto dell’ultima realtà che legalmente risiedeva negli spazi della Cavallerizza.
Il circolo Beni Demaniali sta ancora cercando una sede, mentre la Cavallerizza Reale continua ad accendere l’interesse di imprenditori e immobiliaristi sotto la bandiera di una riqualificazione resasi improvvisamente urgente dopo anni di abbandono.