Don’t Dance with Apartheid! con Moni Ovadia
Il Comitato Non danzare con l’apartheid israeliana organizza tre iniziative di protesta contro il finanziamento dell’ambasciata israeliana in favore del festival Torino Danza
9 Settembre – Letture di poesie palestinesi con Moni Ovadia h21
10 Settembre – Casserolada di contestazione h19 Teatro Regio, Torino
29 Settembre – Contestazione della compagnia L-E-V- h20 Teatro Fonderie, Moncalieri
Non acquistare i biglietti per la performance della L-E-V Company e partecipa alle iniziative organizzate dal Comitato Non Danzare con l’Apartheid Israeliana a Torino!
Come saprete l’edizione 2018 di MITO Settembre Musica sarà all’insegna della danza, della musica e dei corpi: una collaborazione con Torinodanza che purtroppo incespica nella performance della L-E-V Dance Company di Israele a fine settembre.
Questa compagnia è sponsorizzata, come pubblicizzato dalla locandina, dall’ambasciata israeliana, come parte del tentativo di Israele di trasmettere al resto del mondo un’immagine positiva del Paese, nonostante le sue continue violazioni dei diritti umani e delle risoluzioni dell’ONU. Non solo: in questo caso viene anche sottolineata la ricorrenza dei 70 anni dalla nascita dello Stato di Israele, che ha coinciso con la pulizia etnica della popolazione palestinese, che nel 1947-48 rappresentava la maggioranza della popolazione del territorio poi diventato Israele. Quella che l’ambasciata israeliana vuole celebrare, per i palestinesi è la Nakba (la Catastrofe), che da allora ha segnato e continua a segnare le vicende di quel popolo. La Nakba non è mai finita e i palestinesi sono soggetti a un regime di apartheid più spietato di quello del Sudafrica prima di Mandela, “un assedio che esso stesso è atto di guerra” che impone agli ebrei sparsi per il mondo una “identificazione nazionalista”, come ha scritto Moni Ovadia, in una dichiarazione a cui vi rinviamo.
Questo fatto risulta ancora più grave dopo ripetuti massacri a Gaza- ad oggi sono stati uccisi più di 170 persone con decine di migliaia di feriti – perpetrati dall’esercito israeliano contro i manifestanti disarmati a Gaza e dopo la recente approvazione, da parte del parlamento israeliano, di una legge costituzionale che stabilisce in forma esplicita un regime di discriminazione giuridica a danno dei cittadini non ebrei, istituzionalizzando formalmente un regime di apartheid.
In tale contesto politico la performance della L-E-V finisce purtroppo per configurarsi come una danza che danza sulla morte. La nostra opposizione non riguarda la compagnia in quanto israeliana, e ancora meno composta da ebrei, come probabilmente leggerete sui giornali, ma contro il fatto che accetti il sostegno dell’ambasciata israeliana e quindi collabori di fatto con un governo razzista e terrorista.
Ci teniamo a ribadire che le nostre contestazioni sono contro l’istituzione e non contro gli artisti.
Siamo indignati per quello che è l’ennesimo tentativo del governo israeliano di sfruttare l’arte per fini prettamente propagandistici.