In risposta al Sen. Esposito
Il Sen. Esposito ha annunciato a mezzo stampa di voler presentare al Min. Minniti la richiesta di sgombero della Cavallerizza Irreale.
La nostra risposta è l’evidenza.
La Cavallerizza è un Bene Comune, un patrimonio protetto UNESCO che vive della partecipazione dei cittadini che – a partire dalle mobilitazioni del 2013 – se ne prendono cura.
Proprio il Partito Democratico, che il Sen. Esposito rapprensenta, tra il 2009 e il 2013 ha sottratto questo bene – attraverso la cartolarizzazione e poi la vendita all’incanto – al patromonio della città e l’ha consegnato, a garanzia dei propri debiti, in mano alle banche. (In particolar modo a BIIS, branca di Intesa-San Paolo).
Da allora Cavallerizza non è più un luogo abbandonato ma uno spazio attraversato quotidianamente da migliaia di cittadini che riconoscono e difendono l’incredibile valore artistico e di partecipazione che si sta generando all’interno di questa esperienza.
Cavallerizza è un centro di sperimentazione socio-culturale che non ha censori, un luogo di accoglienza dove le libertà di opinioni, di critica e di confronto non violento sono valori imprenscindibili.
Crediamo profondamente in questi principi fondanti la nostra costituzione ed essenziali per garantire la democraticità di uno Stato di diritto per questo auspichiamo che anche le istituzioni – dai Senatori della Repubblica ai Consiglieri Comunali e la Sindaca – rimangano fedeli al ruolo per cui sono state elette.
A Torino durante le giornate di mobilitazione contro il G7 nascono le CLAP
( Camere del Lavoro Autonomo e Precario).
Il 29 Settembre Cavallerizza ha organizzato dei momenti di confronto e dibattito sul tema del precariato – che termineranno con un concerto serale – per dar modo alle persone di prendere parola e di potersi quindi esprimere liberamente.
Crediamo infatti che la cultura e la conoscenza siano strumenti fondamentali di resistenza all’oppressione. L’oppressione che oguno di noi, in qualità di lavoratore e lavoratrice, vive ogni giorno sulla propria pelle.
A partire dai lavoratori e lavoratrici della cultura, della conoscenza, dell’informazione, dei servizi di cura alla persona, dell’intrattenimento, della ristorazione, dei servizi in generale. Giovani e meno giovani che fanno dei «lavoretti» a 3 euro l’ora per pagarsi un affitto o aiutare a casa con un contratto di lavoro che scade tra qualche settimana o tra qualche mese.
Lavoratori e lavoratrici precari/e che non sanno cosa succederà dopo l’ennesimo contratto temporaneo e senza garanzie ma che sono consapevoli del rischio di lavorare in nero non avendo poi più accesso a welfare e trattamento pensionistico.
Queste condizioni di vita hanno diritto di essere narrate, così come la cittadinanza ha diritto di chiedere condizioni di lavoro giuste e un’esistenza dignitosa. Cavallerizza sarà sempre uno spazio aperto al confronto, dibattito, uno spazio plurale, libero e questa è un’evidenza.
Assemblea Cavallerizza 14:45