Denuncia all’UNESCO di possibili azioni speculative su Cavallerizza Reale
Cavallerizza Reale non viene rimossa dal programma di cartolarizzazione del Comune di Torio ed è, di fatto, un’area in vendita”. Il protocollo d’intesa prevede inoltre una clausola di riservatezza che non consente alla cittadinanza di accedere agli atti.
A fronte di ciò, Assemblea Cavallerizza 14:45 denuncia all’Unesco il pericolo di possibili manovre speculative su Cavallerizza, chiedendo nel contempo l’annullamento del provvedimento che autorizza, per questo luogo, hotel, residenze universitarie, centri commerciali e parcheggi. Unesco chiederà chiarimenti a riguardo sia al Ministero per i Beni Culturali e del Turismo che al Comune di Torino. A seguire, il testo integrale della segnalazione.
Al Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo
Segretariato Generale Servizio I – Coordinamento e relazioni internazionali – Ufficio Unesco
c.a. Dott.ssa Maria Grazia Bellissario
via del collegio Romano, 27 00186 Roma
sg-servizio1@beniculturali.it
p.c. Polo Museale del Piemontesi
c.a. Dott.ssa Givanna Paolozzi Maiorca Strozzi
via Accademia delle Scienze, 5
10123 Torino
pm-pie@beniculturli.it
Oggetto: Segnalazione di illegittimità del provvedimento di alienazione della Cavallerizza Reale del 1/8/2005 della ex Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte e degli atti successivi collegati.
In data 15 aprile 2003 il Comune di Torino sigla un protocollo di intesa tra Ministero dell’Economia delle finanze (l’Agenzia del Demanio) per l’acquisizione di tutto il complesso della Cavallerizza Reale, con lo scopo di destinarlo a “esigenze istituzionali proprie”.
Dopo questa intesa di massima l’Agenzia del Demanio affida all’arch. Cristiano Picco uno studio di fattibilità per “valorizzare” il complesso illustrato in commissione consigliare il 30 maggio 2005.
Nel 2005 il Comune di Torino chiede alla Soprintendenza per i beni architettonici del Piemonte, l’autorizzazione alla vendita che viene concessa dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte in data 1/8/2005 con un provvedimento di autorizzazione all’alienazione contestuale alla dichiarazione di interesse.
Nel 2007, dopo l’autorizzazione all’alienazione della ex Direzione Regionale, il complesso viene ceduto alla città, che si impegna ad acquisire il tutto in diverse tranches (37 milioni di Euro). Il comune di Torino, entra in possesso della prima porzione per oltre 14 milioni di euro con l’impegno di acquisire le restanti due porzioni ancora occupate (Genio Militare, Polizia etc.) per oltre 22 milioni di euro.
Successivamente avvia il procedimento di sfratto agli inquilini che occupavano i piani superiori (ex alloggia demaniali), impegnandosi a ricollocarli (Assessore Tricarico, Politiche per la casa).
A seguito di alcuni ricorsi al TAR, da parte degli inquilini, volti ad ottenere la prelazione nell’acquisizione degli immobili, la Cavallerizza viene dichiarata “bene indisponibile”, e gli alloggi vengono progressivamente svuotati e versano da allora in stato di abbandono.
Alla fine del 2009 il Comune di Torino, con il bilancio in passivo per gli enormi debiti lasciati dalla precedente amministrazione, cede la Cavallerizza alla Società Cartolarizzazione Città di Torino (Tremonti L.401 /2001), di cui il Comune stesso è socio unico.
Con questa “partita di giro”, “il piano di valorizzazione” del complesso viene trasferita alla città per chiudere il bilancio 2009 (da allora decorrono anche gli interessi che CCT deve pagare alla banca) ma apre l’ennesimo debito con BIIS – Istituto bancario del gruppo Intesa San Paolo. L’imperativo, dal 2009 ad oggi, è stato quindi vendere (tramite IPI intermediazioni srl) ad ogni costo, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi privato. Le idee sono molte e sempre le stesse: appartamenti di lusso, negozi, alberghi.
Considerate le difficoltà di vendita dovute ai vincoli storici-architettonici, il Consiglio Comunale approva la Variante 217, che inserisce nella definizione di destinazione urbanistica la possibilità di realizzare dal 50 all’80% di residenze, ricettivo, attività commerciali (ASPI), e la necessità di realizzare parcheggi interrati all’interno del complesso. I vincoli architettonici però non consentono di realizzare parcheggi interrati ad uso pubblico (oltre a quelli per i residenti) così, attraverso un’intesa con l’Agenzia del Demanio, la ex Direzione Regionale per i Beni Culturali e la Città di Torino – approvato dal consiglio comunale nel luglio 2014 – prende piede l’idea di realizzarli all’esterno (Giardini Reali Bassi, ancora da sdemanializzare).
I Giardini Reali Bassi verranno ceduti al Comune che si impegna a “riqualificarli” realizzando un parcheggio interrato (6 milioni di euro), presentato come parcheggio di servizio per il “Polo Reale”. In realtà tale parcheggio ha la finalità di alzare il valore delle future attività ricettive e residenze della Cavallerizza con una quota di parcheggi pertinenziali.
Nel 2011 il Comune si era impegnato anche a varare un Progetto Unitario di Riqualificazione del complesso con l’impegno di presentarlo in Consiglio Comunale. Con delibera di Giunta del 17 febbraio 2012 dichiara invece che il Progetto sarà competenza della sola Giunta.
Il 3 febbraio 2015 il Comune rinuncia all’acquisto delle restanti porzioni della Cavallerizza per cui era impegnato dal 2007 (la ex Accademia Militare viene ceduta alla Cassa Depositi e Prestiti investimenti sgr 23/12/2014). In tal modo si è prodotta la separazione della titolarità del Compendio in due entità, con la conseguenza che successivi distinti progetti di intervento e utilizzo non saranno omogenei e saranno invece tali da determinare un ulteriore “spezzatino” destinato a stravolgere l’assetto originario.
La Giunta comunale ha approvato nel marzo del 2015, un protocollo d’intesa per la valorizzazione di porzione del complesso “ex Cavallerizza Reale” ed edificio “ex Zecca” di Torino, promosso dall’assessore al patrimonio G. Passoni, e siglato da diverse istituzioni pubbliche torinesi (Politecnico di Torino, Ordine degli Architetti, Teatro Regio, Museo del Cinema, ecc) nel quale Compagnia di San Paolo è incaricata dello studio di fattibilità sull’immobile. La delibera di giunta è stata presentata come un “percorso partecipativo”.
Homers srl ed Equiter spa sono stati delegati dalla Compagnia di San Paolo, senza alcuna procedura di evidenza pubblica, di uno studio economico e di destinazione sul futuro della Cavallerizza (del quale si attende ancora la puntuale presentazione). L’architetto Robiglio (Homers srl) nel luglio 2015, nell’audizione alla Commissione Cultura del Comune di Torino, ha prospettato un costo del progetto di “valorizzazione” della Cavallerizza intorno ai 100 milioni di euro con un cantiere aperto per circa 25 anni.
Il progetto individua per l’80% del complesso una destinazione residenziale e di esercizi commerciali e attività ricettive (tali destinazioni d’uso non sembrano in linea con i principi di iscrizione del bene all’Unesco).
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La parte inferiore della Cavallerizza (le ex scuderie della c.d. Manica del Mosca e il Maneggio Alfieriano) è stata sede del Teatro Stabile di Torino sino al dicembre 2013 e identificata dalla cittadinanza come luogo adibito a funzioni culturali. Dopo l’abbandono del Teatro Stabile, la Cavallerizza Reale è stata lasciata all’incuria del tempo e solo nel maggio del 2014 un gruppo di cittadini, di fronte alla possibilità della vendita dell’immobile da parte del Comune di Torino, ha occupato la Cavallerizza per restituirla alla cittadinanza.
Questo gruppo di cittadini, che si è identificato con il nome Assembleacavallerizza14:45, ha iniziato a rendere fruibili gli spazi per attività culturali e sociali di ogni genere. Sono stati infatti organizzati: dibattiti, serate teatrali e performance artistiche etc.
Riteniamo che il provvedimento in oggetto, nel merito, sia lesivo dei principio sancito dall’art. 42 della Costituzione e dell’art. 41:
“L’iniziativa economica (…) Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. (….)”
La Cavallerizza in qualità di bene comune è, secondo la Costituzione, un bene fuori commercio.
Inoltre, come Voi sapete, la Cavallerizza Reale fa parte del complesso delle Residenze Sabaude inserite dall’Unesco, nel 1997, tra i beni patrimonio dell’umanità. Essa fa parte del complesso architettonico denominato “Zona di comando” e rappresenta un segno identificativo della città di Torino e quindi un bene che deve rimanere ai cittadini. Le mosse di speculazione edilizia messe in atto dal Comune di Torino, anche grazie alla legge sulle cartolarizzazioni (L. 401/2001), rischiano di far perdere per sempre la natura stessa di bene comune e bene culturale nonché la sua natura storicamente unitaria.
A fronte di tale agire ci chiediamo cosa significhi per l’amministrazione torinese valorizzare il patrimonio culturale; tutto ciò sembra andare in direzione opposta a quanto sancito dall’art. 9 della Costituzione che cita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Per ci e vi chiediamo:
se i beni culturali piemontesi passano dallo Stato al privato come fa la “Repubblica a tutelare il patrimonio …..storico artistico della Nazione”?
Assembleacavallerizza1445, ha raccolto oltre 10.000 firme affinché il complesso resti nella disponibilità pubblica: che non sia venduta, snaturata o smembrata. Anche un folto numero di intellettuali ha sottoscritto un appello per chiedere il coinvolgimento della cittadinanza nella decisione sul destino della Cavallerizza (promosso da Gustavo Zagrebelsky e Paolo Maddalena).
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Alla luce di quanto illustrato chiediamo che venga revocato il provvedimento di alienazione della ex Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte del 1/8/2005 e gli atti successivi collegati. In alternativa chiediamo che codesto Ufficio ribadisca al Comune di Torino, alla città metropolitana e della Regione Piemonte, che la Cavallerizza fa parte del vincolo Unesco sulle Residenze Sabaude (vincolo del 1/6/1997), e che opere contrarie alla tutela del bene comporterebbero la decadenza del vincolo seriale su tutte le residenze stesse.
Torino, 2 ottobre 2015
Assemblea Cavallerizza 14:45 e i 10.000 cittadini
sottoscrittori dell’appello per la difesa della Cavallerizza Reale
Prof. Tommaso Montanari,
Professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università ‘Federico II’ di Napoli.
assembleacavallerizza1445@gmail.com
Cavallerizza Reale, via verdi 9, 10123 Torino